La ceramica giapponese
Storia della ceramica giapponese
È una lunga storia che ha all’origine influssi cinesi e la presenza di maestranze coreane, portate in Giappone a seguito della spedizione di Hideyoshi in Corea (1592) e la scoperta di ricchi giacimenti di caolino.
Aree tipiche della produzione della ceramica tradizionale
Le aree della produzione della ceramica giapponese sono: Arita, Karatsu, Hagi, Bizen, Kyoto, Kutani, Seto, Mino e Mashiko, che si distinguono per i caratteristici forni. Proprio in queste zone sono attivi giovani ceramisti contemporanei, i quali utilizzano l’antica tecnica di cottura della ceramica nei forni tradizionali ma nel contempo cercano di dar nuova forma creativa e innovativa alle loro realizzazioni.
Le ceramiche giapponesi di Arita
Arita è una tipica cittadina giapponese, piccola e tranquilla, dove una volta all’anno tra il 29 Aprile e il 5 Maggio (in piena Golden Week) giungono quasi un milione di visitatori per partecipare alla fiera annuale Arita Ceramic Fair dove sono esposte le pregiate ceramiche Arita.
La storia della ceramica giapponese di Arita
Arita, ha un ruolo importante nella storia commerciale e artistica del Giappone nonché nell’evoluzione dell’arte della ceramica, in quanto è proprio ad Arita, grazie alla presenza di giacimenti di caolino nella zona, che più di 400 anni fa sono state impiantate per la prima volta, nella storia del Giappone, fabbriche e forni per la produzione della porcellana, dando vita ad una vera scuola estetica che nel tempo ha raggiunto la perfezione dei decori, divenendo apprezzatissima in occidente. Una produzione preziosa, costosa, ambita: i metodi della produzione ceramica di Arita erano tra i segreti meglio custoditi dal Clan Nabeshima, i signori locali, che ne avevano il controllo.
L’abilità degli artigiani ceramisti
L’abilità degli artigiani ceramisti ed il valore ben presto riconosciuto alla produzione di Arita fecero crescere a dismisura il numero dei forni presenti nella cittadina, che vendeva la sua raffinata produzione per abbellire le residenze degli Shogun, le corti reali e i palazzi dei nobili europei.
Le ceramiche di Arita arrivano in Europa anche tramite i canali commerciali della Compagnia Olandese delle Indie Orientali che aveva una sua base privilegiata presso l’isola di Dejima a Nagasaki, uno dei due soli porti aperti agli occidentali durante il periodo di auto-isolamento del Giappone, e tramite il porto di Imari, che divenne ben presto uno degli porti più importanti per la spedizione delle preziose ceramiche. La porcellana prodotta ad Arita è infatti conosciuta anche con il nome di porcellana di Imari.